E’ giunta l’ora di lasciare la terra ferma per scoprire un’attrazione principe della Sunshine Coast ovvero Fraser Island. Decido di recarmi a Rainbow Beach, minuscolo ma veramente minuscolo paesotto di cento anime (dove non c’è campo per i telefonini tanto per dirne una), che è il posto migliore per essere traghettati nella sopra citata isola perché sono solo dieci minuti di traversata in confronto ai venti o più di altre località come la celeberrima Hervey Bay. Rainbow Beach esiste praticamente solo per i viaggiatori che si apprestano a trascorrere del tempo a Fraser; l’unica fermata dell’autobus e’ giusto di fronte a due ostelli così semplicemente attraverso la strada e mi ritrovo alla reception dove prenoto sia un posto letto che il pacchetto viaggio all’isola nell’agenzia che si trova nell’ostello stesso, giusto per sottolineare come l’attività turistica si concentri solo sui backpackers. Il giorno seguente assieme agli altri ragazzi pronti all’avventura ci ritroviamo per un breve briefing sull’escursione
dove oltre a darci delle linee guida su come comportarsi sull’isola cioè rispettare la natura, non interagire coi dingo (qui ci sarebbe un capitolo a parte perché la cosa fa molto ridere), fare i propri bisognini in un buco profondo 50 cm e lontano almeno 50 metri dalla spiaggia, non usare detergenti, non nuotare nell’oceano, non accendere falò se non in zone permesse e via dicendo veniamo divisi in gruppi di undici persone che condivideranno per i prossimi due giorni l’esiguo spazio di un fuoristrada. La divisione in gruppi gioca metà del divertimento della gita: se sei fortunato ti ritrovi gente con cui fare amicizia altrimenti stringi i denti ed attendi che il tempo passi. Ovviamente non sono baciato dalla dea bendata e mi ritrovo con cinque francesi che fanno combriccola tra di loro, due ragazze inglese di cui una tra alcol e mal d’auto deve rimettere ogni ora ed una irlandese che ha realmente rotto la scatole perché in quanto più anziana si sentiva di dettare regole. La mia pazienza è stata messa più volte ai ferri corti ma alla fine ho passato la prova soprattutto grazie ai magnifici posti che sono in grado di azzerarti la memoria tanta la bellezza che esprimono.
In pratica in Fraser Island si guida sulla spiaggia ed il traffico è regolato dal movimento delle maree, lungo tutta la costa ci sono alcuni luoghi adibiti a camping e alcuni sentieri che ti portano nell’interno alla scoperta della natura. Dimenticavo di dire che questa isola è famosa perché fatta completamente da sabbia e c’è addirittura chi afferma che ve ne sia più del deserto del Sahara! Quello che siamo riusciti a vedere in due giorni sono: Champagne Pool, piccole piscine naturali incavate sugli scogli; Lake McKenzie, un lago dalle acque cristalline a dalla sabbia bianca come neve; Lake Wabby, un laghetto ai piedi di enormi dune di sabbia che si susseguono per tutta la larghezza dell’isola; dingo e tante stelle… Vi rimando alle foto (quando avrò’ tempo di metterle online ➡ ecco qua la galleria fotografica) per ogni descrizione di quel ho visto perché oltre a dire di esser rimasto a bocca aperta non saprei cosa aggiungere.
[…] Sempre più “isolato” Ad un passo dal traguardo […]