Uno sguardo dietro alle spalle

On 30 Dicembre 2012, in Albania, Riflessioni, by Dome

È una domenica pomeriggio, sono seduto sulla poltroncina della mia camera, nell’assoluta solitudine a sorseggiare un the guardando attraverso la finestra il rosa tramonto venire sopraffatto rapidamente dal buio della notte. Quale ghiotta occasione per riflettere, così a ruota libera. E visto che oramai siamo agli sgoccioli del presente anno mi faccio sedurre dall’idea di fare un resoconto degli ultimi mesi ma senza annoiarmi troppo, un veloce excursus.

Nei primi cinque mesi dell’anno, come libero professionista, ho lavorato presso l’ospedale pubblico di Ferrara. I primi pensieri che associo a quel periodo sono veramente tanti, e più ci penso più mi accorgo di quanto intensa sia stata quell’esperienza: le sveglie alle 5 del mattino, la compagnia del team di Caterpillar am, la neve, il ghiaccio, la nebbia, il terremoto in Emilia e le successive scosse, la routine delle cene in hotel ma soprattutto la compagnia dei colleghi della radiologia con cui trascorrevo le mie dodici ore di lavoro quotidiane. Per carità, io sono un gran ed instancabile lavoratore ma le persone con le quali ho collaborato hanno reso le mie giornate meno pesanti, anzi piacevoli perché mi sono integrato facilmente e loro al mio stile di lavoro. Un ricordo particolare ce l’ho per gli infermieri, persone ricche di umanità, semplici e sempre disponibili: un grazie profondo va a tutti Marco, Davide, Silvia, Mara, Paola e anche a chi ho dimenticato di nominare. Ma un abbraccio speciale va a Patrizia.
Così come per le passate esperienze lavorative, con un pizzico di dispiacere ho dovuto salutare anche queste belle persone per lasciare spazio ad altre avventure.

Segue una meritata vacanza ospite dell’armatore Giovanni e della sua famiglia, la moglie Sonia e il giovine Domenico. Quelle sono state le settimane più belle per uno che ama il mare: veleggiato dalla Croazia alla Puglia e fino alle bocche di Cattaro; sempre filato tutto liscio e senza intoppi, vento a favore, tempo favoloso, dormito in meravigliose baie, ammirato il cielo stellato ed anche in questo caso ottima compagnia che rende dopotutto speciale ogni cosa. In quei giorni, nonostante il sole infernale o le giornate di onda in poppa che ti rivoltavano stomaco e limitrofi, (ri)cresceva in me la voglia di far della barca il mio lavoro, anzi la convinzione aveva raggiunto apici che mai avevo toccato prima negli ultimi anni. Era giunta l’ora di fare sul serio, di cercare lavoro nel campo nautico ma solo dopo aver concluso il mio prossimo lavoro.

Chi l’avrebbe mai detto che sarei andato a lavorare in Albania? E chi l’avrebbe detto che il mio primo contratto da dipendente lo firmassi con una società di Tirana? In realtà la società è italo-albanese, la cui controparte italiana è di un ospedale di Trieste per cui già lavorai prima di partire per l’Australia, per tanto la risposta alle precedenti domande è facile da intuire. Per la serie “chi semina raccoglie”, mentre prestavo servizio a Ferrara venni contattato dai miei primi datori di lavoro domandandomi se ero interessato a prendere in mano la radiologia per questo nuovo ospedale in Albania: chiaro che si, mi piacciono questi imprevisti della vita! Raggiunsi l’ospedale in piena nottata del 4 luglio, dopo esser sbarcato la stessa mattina a Dubrovnik, salutato Giovanni e famiglia e aver superato mille peripezie coi trasporti croati-montenegrini-albanesi. Dell’Albania parlerò nei prossimi post.

Sono praticamente trascorsi sei mesi da quando sono arrivato a Tirana, agli sgoccioli del mio contratto e tra una settimana sarò nuovamente in Italia. Ho già un lavoro che mi aspetta per un paio di mesi (sempre grazie alla metafora sopra descritta del contadino) ed avrò il tempo di mettermi alla ricerca di un lavoro da marinaio: il 2013 sarà un anno di mare.

Fuori dalla finestra è buio, le montagne sono state inghiottite dalla notte e le luci della città fanno emergere i profili dei palazzi. Si sentono colpi di petardi  susseguirsi ma non è per l’imminente capodanno, son mesi che li sento. Presto sarò costretto a salutare nuovamente le persone con cui ho lavorato e stretto amicizia. Dispiace, è dura ma è il prezzo di chi vive da semi-residente.

Buon anno a tutti.

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5 Responses to Uno sguardo dietro alle spalle

  1. Theo ha detto:

    buon anno anche a te Domenico!
    e in bocca al lupo per il tuo 2013 marinaio 🙂

  2. Dave ha detto:

    Caro mio… nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare.
    Ci vediamo presto!

    • Dome ha detto:

      Quanta saggezza Mr Dave ma ho l’animo da esploratore e una meta vera e propria non ce l’ho mai in mente. Questo è il mio fardello!

  3. Lucia ha detto:

    “…e una meta vera e propria non ce l’ho mai in mente. Questo è il mio fardello!” Sì vero fardello ma in attesa anche una fortuna, perchè se la direzione in cui tira il vento non piace, si può aspettare che cambi ed esplorare le mete nella direzione opposta. In ogni caso, ogni direzione insegna qualcosa… E cmq mi sembra che una meta per il 2013 ce l’hai Dome: Il vento stesso e il mare! Che tu possa trovarlo Dome, in qualsiasi direzione.

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