In gita

On 16 Giugno 2008, in Australia, viaggio, by Dome

Prima di lasciare la capitale del Victoria per fare ritorno a Sydney decido di andare a visitare la vicina Phillip Island, sede di uno dei più belli circuiti della motogp (a mio modesto parere). Ovviamente ignorante di questi luoghi non sapevo che la stessa isola è più famosa per un altro affascinante particolare: la “Penguin Parade”. Ma partiamo dall’inizio. Mi muovo con un tour organizzato e come prima tappa veniamo portati in una prestigiosa azienda vinicola locale, dove, circondati da uno stupendo paesaggio collinare con vista sul mare e sole abbagliante, ci fanno assaporare varie qualità di vino, dai rossi ai bianchi, dai dolci ai passiti cosicché alle 11 di mattina eravamo tutti “storti” ma felici. Prima di approdare sull’isola facciamo in tempo a fare uno stop in una sorta di zoo ma assomigliante maggiormente ad un ospedale per animali (tipici australiani): dai koala ai coccodrilli, dagli immancabili canguri agli emu, uccelli e pappagalli di ogni genere e colore, pecore, caproni e tant’altro; inoltre, come special guests, un coppia di diavoli della Tazmania. Che dire, un vero e proprio incontro ravvicinato del primo tipo con la natura. Di nuovo a bordo del pulmino finalmente ci dirigiamo verso la tanto attesa isola e con gran mio stupore ci lasciamo alle spalle l’ultimo paesino della terra ferma, San Remo, prima di percorre un misero ponticello per raggiungere l’altra riva. Se non fosse perché so che è un’isola mi verrebbe da pensare di aver attraversato un fiume piuttosto che una lingua di mare! Le indicazione stradali sembrano alquanto inutili visto che questo pezzo di terra è tracciato da due sole e rettilinee strade che si incrociano perpendicolari; diciamo che è impossibile perdersi. A metà giornata ci troviamo a passeggiare in una tanto remota quanto splendida spiaggia, desolata, scaldata da un pallido ma lucente sole invernale, e passo dopo passo, cullato dal piacevole andirivieni di potenti onde il mio pensiero vola ancora una volta all’orizzonte e a quello che si nasconde dietro alla sua infinita linea: la Tazmania, ecco cosa c’è. Siamo ormai verso l’ora del tramonto e la nostra “doppia” guida in quanto autista e accompagnatrice in questi così affascinanti e remoti luoghi ci conduce nel punto più alto dell’isola per gustare in tutta la sua esplosiva bellezza il tramonto tra il frastuono di imponenti onde e il rosso sole che piano viene inghiottito dal mare. La giornata sembrerebbe conclusa qua ma solo ora viene giocato il jolly: si va a vedere i pinguini e la loro celeberrima parade! Raggiungiamo così quella porzione di spiaggia, racchiusa da una piccola baia, protetta a dovere dai rangers, dove i pinguini sono soliti tornare la notte per sfuggire ai pericoli dei predatori marini e per “socializzare” tra di loro. Prendiamo posto tra gli spalti e con grande concentrazione lotto con la gelida brezza marina e quando ormai le mie estremità avevano perso ogni contatto col mondo ecco spuntare qualcosa dal pelo dell’acqua: lo stupore è tanto ma la sorpresa molto di più. Non avrei mai immaginato che questi pinguini fossero… nani! Non superano i 30 cm e  difficilmente il chilo e mezzo. Si aspettano sulla riva, si guardano attorno e solo quando tutto il branco si è riunito di nuovo assieme sulla spiaggia, con una marcia dondolante si muovono verso l’entroterra, passandoci sotto le gradinate in cui siamo seduti e per niente spaventati si fanno osservare da vicino, fieri, dal lucente mantello e dal candido petto. Le fotografie sono proibite ed è giusto così, non è il caso di disturbare coi flash questi eleganti e nobili animali. Il freddo ora è difficilmente tollerabile e contenti del meraviglioso spettacolo appena assistito ci andiamo a rifugiare nel nostro pulmino che silenzioso ci riporta a casa. Ritornato in quello che mi sembra il mondo reale faccio per l’ultima volta lo zaino, domani si rivola a Sydney.

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